BIOGRAFIA
Alessandro Papetti è nato a Milano nel 1958, dove vive e lavora.
Gli anni dal 1980 al 1986 sono stati quelli della ricerca e delle prime mostre personali cui segue la partecipazione, dal 1988, a rassegne in spazi pubblici in Italia. Tra il 1988 e il 1990 la sua pittura si concentra sul tema dei Ritratti visti dall’alto, ciclo al quale, nel 1989 Giovanni Testori dedicherà un articolo sul “Corriere della Sera”. A questa visione grandangolare della realtà seguirà tra il 1990 e il 1992 un ciclo di dipinti intitolato Reperti, nei quali l’attenzione è focalizzata più sul particolare: una sorta di studio analitico sulla forma, sulle tracce lasciate dal tempo in atelier e interni di fabbrica. Come naturale conseguenza Papetti, dal 1992 approfondirà la sua ricerca sui temi dell’archeologia industriale, come testimonia, tra le altre, la mostra ai Musei Civici di Villa Manzoni di Lecco del 1996.
Dal 1992 partecipa a rassegne in spazi pubblici e a varie fiere dell’arte in Europa e negli Stati Uniti. Dal 1995 svolge la sua attività tra Milano e Parigi.
È di quell’anno l’incontro con lo scrittore e biografo James Lord, che gli dedicherà nel 1996 un significativo testo critico. La pittura di Papetti in quel periodo segue parallelamente i temi degli interni e dei ritratti con particolare attenzione allo studio e all’approfondimento del nudo, temi scelti per la rassegna La forza dell’immagine, la pittura del realismo in Europa, tenutasi al Martin-Gropius Bau di Berlino nel 1996, così come nella mostra Sui Generis al PAC di Milano, curata da Alessandro Riva.
Queste ricerche, unite all’esigenza di “uscire”, di porsi nei confronti del “contenitore” con un atteggiamento psicologico differente, hanno portato dal 1998 alla realizzazione dei dipinti del ciclo Acqua, esposti per la prima volta alla Galleria Forni di Milano nel 1999. Corpi sospesi in piscine immobili oppure, come nella serie Il bagno di notte, colti nell’attimo prima di immergersi nel nero di un mare illuminato solamente da una luce livida e lunare. Sono tra le prime immagini di figure rappresentate in un esterno.
Come conseguenza di questo nuovo ciclo pittorico e del precedente dedicato agli ambienti industriali, nascono i Cantieri navali. Tra le prime mostre dedicate a questo nuovo tema ricordiamo quella presso la Galleria dello Scudo di Verona del 2003. Porti industriali, bacini di carenaggio e giganteschi scafi, corpi di navi espressi nella loro grandezza e nella loro fragilità.
Tra il 2003 e il 2004 viene invitato a partecipare a numerose rassegne museali, come la mostra dedicata a Testori a Palazzo Reale di Milano o la mostra La ricerca dell’identità curata da Vittorio Sgarbi ed esposta in diversi spazi pubblici in Italia.
Nel 2005 partecipa alla rassegne Miracolo a Milano a Palazzo della Ragione e Il paesaggio italiano contemporaneo a Palazzo Ducale a Gubbio. Nello stesso anno la Fondazione Mudima gli dedica una prima retrospettiva dal titolo Il disagio della pittura, nella quale Papetti espone gli ultimi vent’anni della sua pittura in una selezione di opere che parte dalle “testoriane” figure riprese dall’alto, agli ultimi dipinti di quel periodo sul tema della città.
Sei mesi più tardi, la mostra dal titolo Il ventre della città. Veloci “ritratti” di paesaggio urbano, un “passare veloci” attraverso strade e piazze davanti a persone e palazzi dentro ai quali la vita sembra scorrere immobile e dove le finestre rappresentano il passaggio tra il dentro e il fuori, tra la vita intima e segreta e quella condivisa obbligatoriamente nel caos di uno spazio che corre veloce. Scansioni di tempo e di luoghi rappresentati nella mostra fondamentalmente dai due temi contrapposti esterno-interno.
Papetti in tutti questi anni ripercorre periodicamente, rivisitandoli, i suoi cicli pittorici passati. L’interesse per il tema dell’archeologia industriale lo porta a continue ricerche nel modo e nei soggetti e alla realizzazione di una serie di dipinti dedicati agli ex stabilimenti della Renault, esposti nel 2007 nel Musée des années 30 di Parigi, in una mostra dal titolo Île Seguin.
Sempre nel 2007 Sgarbi lo invita a partecipare alla mostra di Palazzo Reale di Milano Arte italiana. 1968-2007 Pittura. L’artista partecipa anche alla rassegna La nuova figurazione italiana. To be continued... presso la Fabbrica Borroni di Bollate.
Nel 2009 partecipa alla collettiva L’anima dell’acqua, presso Ca’ d’Oro a Venezia, a cura di Angelo Crespi, Elena Fontanella, Cosimo Damiano Fonseca, e alla rassegna No Landscape – La sparizione del paesaggio, alla Fondazione Bandera di Busto Arsizio, a cura di Luca Beatrice.
A settembre 2009, Palazzo Reale di Milano ospita la sua personale Il ciclo del tempo, un’installazione di tre dipinti montati su strutture circolari delle dimensioni di 3,30 metri di altezza per un diametro di 8 metri; all’interno di queste, lo spettatore è invitato a entrare per assistere alla visione delle tele, che affrontano i temi dell’acqua, del bosco e del vento. L’esposizione è curata da Achille Bonito Oliva.
Nel 2010, l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo ospita la prima personale dell’artista in Giappone, dal titolo Spazi Dinamici, mentre la galleria Buschlen Mowatt di Vancouver gli dedica una nuova personale dal titolo Indagine sul movimento. Nello stesso anno, Villa Manin di Codroipo realizza una personale dell'artista dal titolo Occhi e lune, a cura di Marco Goldin, in concomitanza con la retrospettiva dedicata a Edvard Munch.
Nel 2011 è invitato a partecipare al Padiglione Italia della Biennale d'Arte di Venezia intitolato L'arte non è cosa nostra, a cura di Vittorio Sgarbi, e al Padiglione della Repubblica di Cuba, dal titolo Cuba Mon Amour. Nel settembre 2011 installa due dei tre cerchi de Il ciclo del tempo presso gli spazi dell'Auditorium di Roma, mentre nell’aprile 2012 realizza una personale presso il prestigioso Museo dell’Architettura di Mosca – Muar, intitolata Le fabbriche dell’utopia. Alla fine dello stesso anno espone presso la Galleria Contini di Cortina la personale Autobiografia della pittura, accompagnata da un testo critico in catalogo di Luca Beatrice.
Nella primavera del 2013 hanno avuto luogo importanti mostre personali all’estero, la prima presso la galleria Everard Read di Johannesburg, quindi a Berlino la mostra Alessandro Papetti a cura di Frederik Foert e Gianluca Ranzi alla Halle am Wasser presso Hamburger Bahnhof e nel mese di giugno a Parigi, alla Mairie du Premier Arrondissement.
All’inizio del 2014 l’artista prende parte alla mostra Doppio sogno che si svolge a Palazzo Chiablese a Torino a cura di Luca Beatrice. Sempre di Luca Beatrice è la curatela della mostra La pelle attraverso inaugurata a giugno dello stesso anno presso Palazzo Penna – Centro di Cultura Contemporanea (Perugia) dove grandi dipinti su carta e su tela indagano sul confine ultimo della pelle.
Nel 2015 partecipa all’Evento Collaterale “Italia docet | laboratorium” all’interno della 56a Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, maggio-giugno 2015. A novembre dello stesso anno presenta a Roma presso l'Istituito Centrale per la Grafica di Palazzo Poli, la mostra Io abito qui. In catalogo testi di Massimo Recalcati, Pia Capelli e Fabio Fiorani. In occasione della mostra viene realizzato da Sky Arte un documentario sul suo lavoro e su questa sua ultima ricerca pittorica.
Ad aprile del 2016 inaugura una sua mostra personale presso la CIRCA Gallery di Londra. A maggio partecipa alla mostra “The Art Point of View” alla Casa del Mantegna di Mantova promossa dal Polo Territoriale di Mantova del Politecnico di Milano.
Negli ultimi quindici anni, Papetti ha esposto i suoi lavori in importanti fiere dell’arte internazionali e collabora con numerose gallerie straniere.